L’Emilia è stata la mia seconda casa quando mi sono trasferita in Italia.
Modena era stata la prima città cercata addirittura nelle guide telefoniche del Consolato Italiano a Cordoba, e ci sono arrivata con indosso tutte le mie tradizioni, con i ritmi saltellando nelle tempia di chi è cresciuta abbracciata alla chitarra nella casa dei nonni e nei saggi a scuola.
Era tutto quello che avevo: la musica popolare nel sangue e uno spirito traboccante di sogni e di ammirazione per l’Italia dei miei avi.
Tanti sono stati i momenti in cui su qualunque tavolino di un bar o su qualunque panchina, distrattamente, giocassi a riprodurre il ritmo delle nostre “chacareras” con le dita delle mani. Ad un argentino bastano i primi accordi o i primi colpi di bombo: i loro piedi saprebbero cosa fare anche se non si è nati ballerini.
La chacarera, ma anche la zamba o il Gato, generi musicali riproposti nelle composizioni classiche da camera celebri di Alberto Ginastera, sono una vera identità. Sono parte fondamentale della storia e della nascita di un continente nuovo.
Tutta la musica sudamericana è il risultato della fusione di tre culture che convissero a stretto contatto a inizi dell’800: i conquistatori, i popoli originari e gli africani. Gli origini di questi balli risalgono pertanto sia all’Africa che al Peru.
Anche per questa storia densa di soprusi e maltrattamenti che conosciamo, nutro tanto rispetto per il dono prezioso che ci hanno lasciato.
In Europa non esistevano le percussioni prima di allora. Gli schiavi lungo il loro peregrinare dopo i lavori, raccoglievano la legna ai lati della strada e ricavavano dagli animali morti la pelle che serviva per la costruzione del “bombo”.
Il “Gato” è popolare anche a Cordoba, la mia città natale, ed è concepito come un ballo a due. E’ composto da sei figure di otto battute a eccezione della sesta, che è di quattro. Incarna la tenera seduzione amorosa. La chacarera viene concepita invece come ballo di coppia ma in una disposizione in gruppi. La zamba delle tre è la piu’ appassionata, e si contraddistingue dalle altre danze per il fazzoletto che danza insieme ai ballerini durante tutto il corteggiamento. Verso le ultime battute del brano, l’uomo posa il suo fazzoletto sul collo della propria donna con un atteggiamento dolce, romantico e di notevole poesia.
Inizierò il mio recital a Carpi il prossimo 16 Agosto con tre di queste danze, prese in prestito dal brillante ciclo di “Cinco canciones populates” di Alberto Ginastera.
Imminente anche l’uscita di “Sin Confines”, album registrato in tempi di pandemia con il Parma Opera Ensemble ed in cui accosto anche altri brani della mia terra ad altri loro contemporanei europei.
Sono di un fresco entusiasmo, di una gioia luminosa che guida il mio lavoro ed ogni mio piccolo passo pieno di motivazioni profonde e sincere.
Ringrazio chi ha già prenotato il biglietto e mi raggiungerà.
Questo sintetico accenno di pochi simboli e dettagli mi auguro possa trasmettervi in parte l’emozione che provo nel portare finalmente la mia musica in questa città meravigliosa.
Vi aspetto, e Buon ferragosto a tutti!